sabato 28 aprile 2012

IO NON FESTEGGIO IL 1° MAGGIO

Il 1° maggio nato come festa internazionale per la celebrazione delle conquiste dei lavoratori, in Italia è divenuta il piccolo feudo dei sindacati, CGIL e CISL in particolare, con qualche sporadica comparsa di UIL.  I sindacati italiani: la quinta colonna dei poteri forti di questo Stato dimenticato da Dio, formalmente dalle parte del raggirato lavoratore, ma di fatto al soldo del “padrone”, salvo qualche lotta meramente politica (vedi FIOM-Fiat). Un’altra sceneggiata a Piazza San Giovanni, dove viene annualmente organizzato il “Concerto del Primo Maggio”, con un tripudio di bandiere rosse e maglie di Che Guevara che accolgono, va detto, ospiti stranieri anche illustri. Quest’anno poi si è toccato il fondo con la polemica, tutta da ridere, innescata dai sindacati, contro quei sindaci che, anche per andare incontro alla situazione di contingenza economica, vogliono dare la POSSIBILITA', non imporre l’obbligo, di tenere aperti gli esercizi commerciali. L'articolo 1 della costituzione italiana recita: "l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Allora che lo sia veramente, altrimenti questo 1° maggio cosa c'è da festeggiare? Uno schiaffo morale, la sconfitta dei disoccupati e degli esodati.

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