Camilla Ancilotto
Dal 15 al 26 dicembre 2017 il MACRO Testaccio di Roma ospita la mostra “Io sono qui!” prodotta da M’AMA ART, da un’idea di Alessia Montani, a cura di Lorenzo Bruni e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
“Io sono qui!” indaga il tema della comunicazione, attraverso le infrastrutture materiali e immateriali: “io e il mondo” nella realtà digitale. La banda larga, che permette di trasmettere una grande quantità di dati in tempi rapidi, diventa fattore essenziale di crescita economica, culturale e sociale.
Nel percorso espositivo spiccano, tra le altre due opere: la maestosa opera di Paola Romano che invita a riflettere, in generale, sulle condizioni del nostro pianeta e quella di Camilla Ancilotto che con le sue poliedriche combinazioni nell’opera monumentale dal titolo “Deposizione”, spinge lo spettatore a un’interazione creativa.
L’arte di Camilla Ancilotto si inserisce nel più ampio intento programmatico perseguito da M’AMA.ART di coinvolgere l’opinione pubblica su questioni di interesse collettivo. Il dibattito attorno al “digital divide”, il divario esistente tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi ne resta escluso è fecondo spunto per riflettere sul diritto alla comunicazione.
La “Deposizione” di Ancilotto, “pitto-scultura” mobile di grandi dimensioni (4.30x4,50 mt), vuole essere un omaggio, nell’ottantesimo anno della sua creazione, alla celeberrima Guernica di Picasso e, più in generale, all’eclettico universo pittorico dell’artista andaluso.
L’opera trova strategica collocazione nello spazio antistante l’ingresso del Museo di Arte Contemporanea edificato nell’area dell’ex-Mattatoio romano, di cui la drammatica icona antibellica picassiana sembra riecheggiare le disperate urla belluine.
Nel percorso espositivo si incontrano altri lavori ospitati all’interno del Padiglione B del MACRO: si tratta di due versioni: una su fondo oro e l’altra su fondo argento, della rinomata lupa capitolina che si dispiega sui tre lati dei prismi girevoli trasformandosi in gorgone e in protome leonina.
L’arte interattiva di Camilla Ancilotto è un “invitation au voyage” in cui viene ribadita l’importanza del gesto fisico nello stabilire una profonda connessione tra artista e spettatore: l’apertura ludica che l’opera ancilottiana propone permette al fruitore di irrompere nel flusso creativo e dare una propria interpretazione del lavoro. La comunicazione avviene dunque su due piani: quello della divulgazione culturale, grazie alla riproposizione di immagini tratte dal repertorio iconografico dell’arte occidentale, patrimonio condiviso dell’umanità, e quello del rapporto dialogico diretto e “democratico” tra opera e pubblico, in una performance continua che non presuppone alcuna competenza digitale (pur alludendo, per la sua natura interagente e mutante, al progresso tecnologico).
Nell’orizzonte artistico contemporaneo che si profila sempre più dominato dal concetto di riproducibilità digitale, “Io sono qui”, sembra dire l’artista romana, per avvalorare la conoscenza esperienziale dell’opera d’arte, tangibile strumento di trasmissione di una pratica artigianale e pittorica che non può essere bollata come obsoleta; all’instabilità della “società liquida” attuale è necessario contrapporre riferimenti solidi che sappiano affiancare con efficacia l’incalzante processo di dematerializzazione del reale in cui tutto diventa simulacro e simulazione.
La mostra si articola in una sezione dedicata alle installazioni di sette artisti: Mario Airò, Ulla von Brandenburg, Donna Huanca, Runo Lagomarsino, Ahmet Ögüt, Antonis Pittas e Patrick Tuttofuoco; e una sezione di opere realizzate da quattordici artisti, oltre ad Ancilotto e Romano: Maria Thereza Alves, Paolo Parisi, Kamen Stoyanov, Marco Raparelli, Matteo Negri, Giuliana Cunéaz, Yorgos Stamkopoulos, Giulio Rigoni, Chicco Margaroli, Vincenzo Marsiglia, Marianna Masciolini, Savini & Vainio.
Il progetto prevede la realizzazione di un libro-catalogo con i contributi dei relatori del convegno/tavola rotonda. Naturalmente l’arte avrà un peso particolarmente significativo in quanto all’interno del volume saranno utilizzate le immagini delle opere degli artisti presenti.