La festa della repubblica è celebrata il 2 giugno ma sarebbe più appropriato considerare questa data l'anniversario del referendum istituzionale indetto il 2 e 3 giugno 1946, con il quale gli italiani scelsero tra monarchia o repubblica.
Innanzitutto fu Re Umberto II che accettò che fosse il popolo italiano a decidere fra Monarchia e Repubblica, in Italia c'era ancora la Monarchia quando avvenne il referendum istituzionale ed inoltre la Costituzione repubblicana entrò in vigore il 1º gennaio 1948.
Inoltre si deve ricordare cosa successe nei giorni seguenti al referendum istituzionale del 1946.
È noto che nella serata del 4 giugno, a circa 18 milioni di schede scrutinate, De Gasperi, Romita, l’Arma dei Carabinieri, il Vaticano e naturalmente il Quirinale davano per scontato che la Monarchia si avviava al traguardo del 54 per cento dei consensi.
Il 4 giugno il vantaggio della monarchia appariva inattaccabile, in tale data il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi scriveva al Ministro della Real Casa, Falcone Lucifero: il ministro Romita ritiene ancora possibile la vittoria repubblicana. Io, personalmente, non credo che si possa, rebus sic stantibus, giungere a tale conclusione.
Nelle sue memorie Romita parla, per uno come lui che aveva “promesso di portare l’Italia alla Repubblica”, di “ore spaventose”.
Improvvisamente, nella notte tra il 4 e il 5 giugno la situazione si capovolse a favore della repubblica, con l'immissione di una valanga di voti di dubbia provenienza.
Ci sono innumerevoli testimonianze su questo inopinato capovolgimento del risultato: Papa Pio XII, ricevendo Falcone Lucifero il 23 giugno, quando il Re era già partito per l'esilio gli disse: anche noi la mattina del 4 avevamo avuto la notizia dall'Arma di Carabinieri che aveva vinto la Monarchia, il 5 invece aveva vinto la repubblica.
Accurati studi statistici hanno dimostrato che in quell'epoca non potevano esserci tanti votanti quanti ne sono stati conteggiati nei dati ufficiali del Ministero dell'Interno, dunque i voti che avevano dato la vittoria alla repubblica erano scaturiti dal nulla.
In più ci furono innumerevoli brogli nelle sezioni elettorali e un'infinità di irregolarità non soltanto formali. Furono presentati migliaia di ricorsi che non furono mai presi in considerazione.
Dopo una riunione interlocutoria della Corte di Cassazione, alla quale spettava il compito di verificare la regolarità del voto e di proclamare ufficialmente i risultati nella notte tra il 12 e 13 giugno il Governo "in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura" (come si legge nell'ultimo proclama di Re Umberto II) si impadronì del potere, nominando Alcide De Gasperi capo provvisorio dello stato.
Di fronte al rischio di scatenare una guerra civile il Re decise di sacrificarsi, partendo per l'esilio in Portogallo in quello stesso giorno.
Il successivo 16 giugno la Corte di Cassazione si riunì nuovamente e lesse i risultati del referendum ,quali erano stati trasmessi dal Ministro degli Interni Romita: 12.717.923 voti per la repubblica, 10.719.284 per la Monarchia, 1.509.735 schede nulle (non conteggiate ai fini della definizione dei quorum di maggioranza).
Alla Cassazione fu impedito di dichiarare il numero dei votanti e le schede scrutinate furono prontamente distrutte, per cui non si poté dar seguito agli accertamenti sui ricorsi per brogli e alterazioni dei verbali di seggio.
La Corte non proclamò mai la repubblica !
Visto che si celebra la repubblica (mai proclamata) il giorno del referendum istituzionale del 1946 sul quale ci sono troppi dubbi, la Festa della repubblica è davvero una festa triste e mal riuscita...
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