lunedì 29 febbraio 2016

GAZEBO, TORNA UNO DEGLI ARTISTI PIU’ FAMOSI DELLA “DANCE ITALIANA”



“I like Chopin”, “Masterpiece”, “Lunatic” e "Dolce Vita", sono quattro tra i più grandi successi degli anni ’80 legati ad uno degli artisti più famosi della “dance” italiana, Paul Mazzolini in arte Gazebo.
Più di 12 milioni di dischi venduti nel mondo, tra gli ispiratori della “new wave” inglese e autore di successi internazionali, a 6 anni dal suo ultimo lavoro in studio "The Syndrone" e 2 dal disco dal vivo "I Like Live", Gazebo ritorna sul mercato discografico con il nuovo album "Reset" che vuole essere un omaggio alla musica elettronica dei primi anni ottanta di cui Gazebo é stato protagonista, con sonorità che tutt'ora suscitano interesse sopratutto nelle nuove generazioni che non hanno vissuto direttamente la new wave e la dance di quegli anni. 
In occasione dell'uscita del suo nuovo album, che sarà distribuito da venerdi 26 giugno anche in formato CD e vinile ho fatto alcune domande all'artista:

In questo tuo nuovo album, troviamo tutti pezzi inediti o c'è anche qualche canzone del passato?

Sono tutti brani nuovi.

In tutti questi anni ti sei sempre cimentato in brani di musica dance, adesso è uscito il nuovo singolo "Wet Wings" che è una ballad, come mai hai scelto un diverso repertorio nel quale, tra l'altro, sei bravissimo e la canzone trovo che sia stupenda?

Il mio background musicale è piuttosto variegato, da piccolo il rock, da adolescente il progressive poi la classica ed il jazz, subito dopo la scoperta e la ricerca dell’elettronica nella new wave (Masterpiece) e poi negli anni '80 la dance del primo album, la tecno del terzo, il pop/rock del quarto a Syndrone del 2008. Come vedi... non solo dance. Sono contento che ti sia piaciuta “Wet Wings” per me non è stato facile arrangiarla perché volevo evitare il solito cliché delle ballad.

Il tuo nome è sempre associato al grandissimo successo "I like Chopin" del 1983, che ha fatto ballare e impazzire tutti i giovani di quel periodo, compresa me e se lo ascolto ancora oggi mi piace sempre tantissimo. Difficile che un brano di dance music abbia un percorso immortale come questo, per quale motivo secondo te?

I Like Chopin è prima di tutto una canzone con una linea melodica precisa che si può tranquillamente slegare dall’arrangiamento del 1983, infatti ne esistono più di cento covers in giro per il mondo. Credo sia quella la sua formula segreta.

Immagino che uno dei motivi per cui canti in inglese dipenda dalle tue origini, è così o pensi che questa lingua sia più adatta al tuo genere?

Sono cresciuto all’estero e sono tornato in Italia solo nel 1974 a 14 anni. La mia infanzia musicale sono stati i Beatles, Bob Dylan ecc... è lì che ho imparato i primi accordi sulla chitarra, i primi versi. L’inglese è la mia lingua quando penso alla musica, sembra strano ma quando canto in italiano (nella doccia) sono molto incerto.

I tuoi brani, oltre alla bella musica, hanno un significato importante, cosa mi puoi dire di "Blindness" e "Wet Wings"?

Blindness è una metafora dell’ottusità, rimango sempre sorpreso quando vedo persone che non si schiodano da idee fisse o preconcetti, io sono abituato alla diversità, all’avventura e all’apertura mentale. La frase chiave è “don’t be afraid to share” non avere paura di condividere le tue idee, non avere paura di DARE! Wet Wings, invece, parla di quella sottile ma abissale differenza che c’è sempre tra due persone che si amano, c'é quella che ama di più e per questo soffre ed è fragile perché ha le ali bagnate come una farfalla che non riesce a volare come vorrebbe accanto al suo amore.

Quali sono le cose a cui tieni più nella vita?

Oltre alle persone della mia famiglia vorrei mantenere libero il mio spirito da stereotipi, banalità e rituali, vorrei poter vivere nel complesso mondo delle mie contraddizioni, pertanto macchine veloci ma anche lunghe passeggiate nei boschi, chiassose rimpatriate con vecchi amici ma anche lunghe notti in solitaria nel mio studio con i miei aggeggi elettronici, i miei ouds e gli ukulele.

Un grande in bocca al lupo Paul per il tuo nuovo lavoro e grazie mille per la tua disponibilità e la tua umiltà. Lasciami finire con una bellissima frase di Papa Francesco che penso ti si addica: "Per essere grandi bisogna prima di tutto essere piccoli. L'umiltà è la base di ogni vera grandezza".






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