giovedì 12 luglio 2018

La stilista Sabrina Persechino ha aperto le sfilate di Altaroma con la sua nuova collezione "Optical"



La stilista Sabrina Persechino ha aperto le sfilate dell’edizione estiva di Altaroma in una location prestigiosa nel cuore di Roma, Palazzo delle Esposizioni, volutamente accanto alla mostra “L'altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018” composta di opere fotografiche, provenienti dalla collezione Donata Pizzi, realizzate da autrici appartenenti a generazioni ed ambiti espressivi diversi e interpreti del panorama fotografico italiano dalla metà degli anni sessanta a oggi.
E’ in questo contesto che viene presentata "OPTICAL", la collezione pret a couture autunno-inverno 2018-2019, frutto dell’analisi di opere contemporanee che vengono definite “cutting architecture”, tra cui ricordiamo il Next Gene 20 Project, o il Masterplan di Beirut, senza mai tralasciare un riferimento all’architettura classica con il richiamo alle decorazioni vettoriali dei fregi ellenici. Volumi architettonici laserati, sapientemente fessurati, che lasciano intravedere e percepire gli spazi interni senza mai rivelarli appieno. I prospetti diventano vere e proprie texture ottiche, in cui la sequenza oppure la regolarità che si osserva nello spazio descrive un disegno, un modello, uno schema più o meno ricorrente, una struttura ripetitiva, in sintesi: un pattern geometrico. 
Il medesimo codice, applicato nella moda utilizza la ripetizione geometrica del motivo grafico sulla superficie tessile, ed emula lo schema di un progetto architettonico, di una maglia strutturale, di una rete metallica elettrosaldata o stirata proprie della pratica cantieristica.
Le moderne tecniche del laser, le linee pulite proprie dell’architettura in una interpretazione contemporanea della tradizione classica. I pizzi e i merletti sono rivisitati e resi modernissimi grazie all’ausilio dei programmi di grafica vettoriale e delle incisioni al laser. Così il moltiplicare e affiancare, secondo una griglia regolare e ordinata, tanti moduli base identici tra loro, secondo le regole della simmetria traslatoria, dà vita alla composizione di pattern sui tessuti.
Si potrebbe parlare di optical art, un’arte astratta, essenzialmente grafica, basata su una rigorosa definizione del metodo operativo che in movimento provoca illusioni ottiche. Attraverso linee collocate in griglie modulari e strutturali diverse si creano effetti che inducono uno stato di instabilità percettiva stimolando il coinvolgimento dell'osservatore. Questa espressione artistica, che si sviluppa negli anni ’70, riprende ancora una volta la ricerca del Bauhaus, di De Stijl, quella concretezza e quella cinetica del Futurismo, dando risalto ai puri valori visivi. 
Optical Art declinata seguendo linee parallele per i bianchi e i verdi in cachemire e faillee, a raggiera per i rossi e i corallo in tasmania e cachemire, spezzate estremamente geometriche con riferimenti ellenici per i neri in crepe di seta. Ad accompagnare i colori elencati, outfit curcuma con stampe, anch’esse ottiche e geometriche nei colori arancio e tortora. 
Outfit rigorosamente lineari e geometrici, come sempre di forte impronta architettonica, ma di estrema eleganza e sensualità, tra cui immancabili i capispalla e le tute, oltre che abiti da cocktail e da grande soirée.
Ciò a rimarcare la contemporaneità delle ispirazioni riportando lo sguardo agli anni settanta e a encomiare lo staff dell’Atelier Persechino costituito da sole donne di dolce e costruttiva capartbietà e determinazione.

Foto di Maurizio Romani











La stilista Sabrina Persechino

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