sabato 29 ottobre 2011

C'E' CRISI, C'E' CRISI...

C'è crisi, c'è crisi....io non sento altro. Esco di casa, prendo un taxi e il tassista mi parla e mi dice: c'è crisi. Entro nei negozi e i commercianti mi bombardano con  buoni sconto per i prossimi eventuali acquisti. Ricevo SMS da negozi che mi invitano a visitarli per vedere le nuove collezioni, specificando che mi sarà abbonato il recente incremento dell'I.V.A. C'è crisi! Giro per la città, le vie e i centri commerciali sono affollati e brulicano di gente, ma gli interni dei negozi vuoti completamente. Cos'è successo, una catastrofe? Nei negozi vuoti ti accolgono con un tappeto rosso... Se solo mi ricordo quando, qualche anno fa, sembrava che le commesse maleducate ti facessero un favore per venderti ciò che ti piaceva. Cosa è successo, l'Italia è cambiata? Siamo di fronte a una crisi senza precedenti. Mi sembra di rivivere il periodo dell'austerity, degli anni '70, in cui si chiedeva di non usare la macchina e si andava a piedi per risparmiare benzina. Ma in quel periodo tutti partecipavamo e comunque si faceva qualcosa. Adesso c'è crisi ma agli italiani non viene detto nulla, non vengono presi provvedimenti concreti se non leggi anticrisi stabilite dal Governo. La crisi è meno palpabile, non la subiamo in maniera diretta ma ce ne accorgiamo dalla vita che cambia. Non più vacanze in montagna per Natale, ne a Pasqua al mare e d'estate le vacanze solo per pochi eletti. Non parliamo del lavoro. In Italia hanno sempre lavorato solamente i raccomandati, per gli altri nessun futuro. I privilegiati vanno a lavorare all'estero dove ancora esiste il motto "I have a dream" e se hai talento sfondi e diventi ricco. In Italia uno Steve Jobs non    sarebbe diventato tale, non se lo sarebbe filato nessuno. Le aziende "investono" sui loro figli, nipoti, cugini, amici degli amici, tutti senza arte e ne parte, che portano solo al fallimento delle loro aziende. Mi chiedo: "quanti potenziali Steve Jobs esistono in Italia?" Tanti!! Questa è la triste realtà! Che fare a questo punto? Italiani, Italia, bisogna cambiare! Guardo la televisione e vedo sempre le solite facce, i soliti politici, le idee i discorsi sempre uguali, sono cambiati solo i loro volti, più rugosi e i loro capelli diventati ormai bianchi. Ma sono sempre loro, quelli che hanno distrutto l'Italia, che hanno distrutto i nostri sogni, il nostro futuro. Che fare? Gli italiani, quelli che incontri per strada tutti i giorni sono persone serie che lavorano, sono onesti cittadini che pagano le tasse convinti che servano per poter usufruire dei servizi che lo Stato si impegna a dare gratuitamente, come la sanità, le scuole per i loro figli, e tutti i sacrifici per  la meritata pensione. Ci vantiamo di avere un servizio sanitario gratuito o quasi ma quanto dobbiamo aspettare per una visita specialistica? Un anno, sei mesi. Se hai una patologia importante non puoi aspettare e allora devi far ricorso agli ospedali privati, agli esami privati che costano parecchio. Dov'è la differenza, me lo sapete dire? Questa è mafia, anche questa è mafia. La mafia non è solo criminalità ma è anche mentalità, costume, educazione. Questa è l'Italia sporca, fatta di persone che la porta avanti in questo modo, senza riconoscere i meriti. Questi sono tutti coloro che la rovinano e che ci hanno portato alla crisi che stiamo vivendo. Potrà cambiare questa Italia? Ci sono tante persone oneste e perbene ma finché sarà governata male non ce la faremo, i potenti prevarranno sui più deboli. Nonostante tutto io   sono un'ottimista e sono sicura che chi ci governa voglia il bene del Paese e dell'Italia, dopo tutti questi anni di malgoverno. Non voglio pensare a un mio futuro e a quello dei miei figli all'estero, vorrei poter vivere qui, potendo lavorare, perché è un mio diritto sancito dalla nostra costituzione e non  un privilegio per pochi eletti. Viva l'Italia, viva la democrazia!

LA BELLEZZA





<3 LA BELLEZZA <3

LUIGI EINAUDI

Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi “.
Luigi Einaudi

venerdì 28 ottobre 2011

NO REGRETS! MAI PENTIRSI!


<3 Mai pentirsi nella vita, tutto serve a qualcosa anche sbagliare! <3

LA POLITICA LA SI DEVE FARE PER PASSIONE

La politica si deve fare per passione, gli stipendi e le pensioni dei politici sono esagerati, tutto va ridimensionato. Solo così chi fa politica la farà con coscienza e responsabilità!

CHI SBAGLIA PAGA

Quando accadono fatti come quello della Liguria e zone limitrofe che sappiamo prevedibili perché frequenti, è necessario prendere le dovute precauzioni, invece niente!!!Ogni anno assistiamo alla solita sciagura, alle solite immagini, ai soliti morti, ai soliti danni, ai soliti teatrini in t.v. I responsabili sono gli amministratori della regione, sindaci e presidenti di regione. Che paghino loro tutti i danni causati dall'alluvione. Se si inizia a ragionare in questa maniera, chiunque voglia assumere questi incarichi lo farà con più responsabilità e non per il solo scopo di arricchirsi. Basta pagare noi per gli sbagli degli altri!!!!

mercoledì 26 ottobre 2011

Politici chiedeteci scusa per come avete governato il nostro Paese portandoci ad avere un debito pubblico di così grossa portata! Grazie e complimenti per il vostro operato!!!


STORIA DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO


ECCO COM'E' NATO IL NOSTRO DEBITO PUBBLICO IN ITALIA

Il debito pubblico si forma perché le spese dello Stato sono maggiori delle sue entrate. L'Italia ha speso più di quanto si incassasse per troppo tempo e si trova ad avere oggi un gran debito pubblico. Lo Stato è come un' azienda, la si deve sapere gestire. Fino a quanto ha speso più di quanto incassasse? Fino a prima dell'ultimo governo Andreotti. Ricostruisco la nostra storia per capire come si è arrivati a tanto e come sia attribuibile tutto ciò ad una cattiva gestione di chi ci ha governato.

In principio ci fu la ricostruzione, dopo una guerra persa e l’occupazione Anglo Americana.
Fummo aiutati, non per generosità, ma per interesse, nell’ambito della nascente Guerra Fredda, dagli Stati Uniti con un piano, chiamato “Marshall” dal suo ideatore, che ci fornì il denaro necessario a creare nuove fabbriche, lavoro, ricchezze.
Fummo anche fortunati, perché venimmo sconfitti e occupati dagli Anglo Americani e non dai Sovietici ... ma questo lo capimmo tutti (e non solo la parte migliore della Nazione ...) almeno quaranta anni dopo, vedendo le disastrose e miserevoli condizioni degli europei dell’est finiti sotto il tallone comunista.
Per oltre un decennio l’Italia crebbe. Piani casa e nuove fabbriche.
Le prime automobili di massa e le prime vacanze al mare e in montagna, il famoso boom economico!
Era l’Italia di De Gasperi, di Einaudi, di Gaetano Martino (padre di Antonio, ex ministro degli Esteri e della Difesa).
Era un’Italia laboriosa e, sicuramente, con forti contraddizioni sociali. Ma era un’Italia che manifestava in pieno le sue grandi potenzialità produttive. Era un’Italia fondata su una economia di stampo liberale e su solidi valori morali che, oggi, chiamerebbero spregiativamente “conservatori” o “reazionari”. Poi arrivarono i socialisti al governo e finì tutto!
Morto De Gasperi in solitudine, la D.C fu preda dei "professorini" con una smaccata vena “sociale” che li portò ad aprire (1962) al P.S.I. di Nenni con il placet di Kennedy e del futuro pontefice Montini (Paolo VI) grande ispiratore della politica di Aldo Moro, fino ad arrivare al primo centro sinistra organico con Ministri socialisti e l’esclusione dal governo del P.L.I., ma anche con enti locali e poi, dal 1970, regioni con amministrazioni P.C.I.-P.S.I. che spendevano e spandevano, “tanto paga lo stato”, (come non ricordare gli autobus gratis nella rossa Bologna?).
Iniziò così la devastazione dei nostri conti pubblici.
I nostri genitori avevano risparmiato e con loro anche lo Stato aveva un “tesoretto” tale da sopportare le prime elargizioni e provvedimenti.
Arrivarono così nazionalizzazioni, lo stato imprenditore, l'assunzione di legioni di dipendenti pubblici, la gratuità di una gamma infinita di servizi e prodotti, le pensioni anticipate, i dipendenti privati di aziende in crisi “scaricati” sulla pubblica amministrazione (ogni riferimento alla Olivetti è voluto), la “legge Mosca” del 1974 che consentì, in base ad una semplice dichiarazione sottoscritta da un dirigente della stessa organizzazione di appartenenza, di accreditare decenni di anni di “contribuzione” per funzionari di partito e sindacalisti.
Quando il “tesoretto” dei nostri genitori terminò, cominciò la via crucis delle “una tantum”, delle accise sulla benzina, delle aliquote di tasse sempre in aumento, delle tasse di scopo (per la sanità, per l’europa, per un terremoto).
Ecco come è nato il nostro debito pubblico ! Grazie politici per aver amministrato così bene l'Italia!

sabato 15 ottobre 2011

GLI INDIGNADOS A ROMA

Sono arrivati a Roma da martedì, hanno piantato tende e gazebo in via Nazionale, davanti al Palazzo delle Esposizioni, vicino alla sede della Banca d'Italia. La manifestazione inizierà oggi alle 14. Da giovedì Roma è bloccata! Via Nazionale e le strade limitrofe sono chiuse al traffico. Si può immaginare quanti problemi creino ai cittadini romani che si trovano gran parte delle strade chiuse e il traffico in tilt. E' previsto l'arrivo di 200.000 persone. Ma chi sono questi indignados? Indignati, incazzati o draghi ribelli? Nei loro cartelli le scritte contro il debito pubblico e la "dittatura della finanza" come la chiamano loro. Niente di nuovo, dietro la protesta ci sono i sindacati, il popolo viola, i centri sociali, no global e la sinistra massimalista. I soliti noti, i professionisti della contestazione di sinistra. Gruppi organizzati che nell'armadio tengono un armamentario di bandiere e casacche pronte all'uso. Una volta sventolano il vessillo arcobaleno pacifista, un'altra indossano la maglia del popolo viola o le t-shirt "No Dal Molin", un altro giorno srotolano gli striscioni "No Tav". Ci sono anche militanti no-global, disobbedienti, collettivi studenteschi, precari, centri sociali, comitati di base, occupanti di case. Ecco il retroterra degli anche cosiddetti "Draghi Ribelli". Naturalmente tutti pagati dai sindacati rossi. I professionisti dei cortei sfruttano la scia delle proteste mondiali per guadagnare visibilità e contestare il Governo. Molti i sostenitori "vip", da Luca di Montezemolo a Sabina Guzzanti; politici: Vendola, Di Pietro, Ferrero, De Magistris e Bertinotti con il suo pulloverino di cachemire; i leader della nuova protesta anti-banche come Giorgio Cremaschi, numero uno della Fiom, che guida il movimento "il debito non lo paghiamo"; Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas; Bartolo Mancuso del collettivo romano Action, un avvocato che vive in una casa occupata; Giuseppe De Marzo, fondatore di A Sud, arrestato anni fa in Equador per attività contro le multinazionali; Gianfranco Mascia, storiografo del movimento viola. Quello che a me fa arrabbiare di più, dico arrabbiare per non usare il loro stesso termine, è leggere il loro programma, un orrido mix di statalismo e populismo che fotografa esattamente la pochezza politica, tipica della nostra sinistra. Mandano avanti i giovani, ma le idee sono vecchie! I giovani hanno idee innovative e non certo questo tipo di proposte, tipiche della sinistra preistorica, che se venissero applicate ci farebbero cadere nella miseria più totale! Ma d'altra parte cosa ci si può aspettare da una sinistra che vede lo Stato come una specie di Grande Madre dispensatrice di sussidi e assistenza per tutti? Basta scorrere il programma per accorgersi che è tutto un susseguirsi di nazionalizzazioni, tasse patrimoniali, espropri (delle case costruite da privati ma rimaste invendute), finanziamenti pubblici a destra e a manca, assunzioni nel pubblico impiego. La meritocrazia, come è giusto che sia nel nostro Paese e come la sinistra la concepisce è naturalmente abolita. Volete manifestare il nulla? Va bene, ma non va bene che si metta una città in uno stato di assedio, che si degeneri in violenza, tutta questa rabbia, questa voglia di rivoluzione, questo odio non porta a nulla se non ad abbassare i consensi a questa opposizione che si sta dimostrando sempre più incapace di proporre idee e alternative valide all'attuale governo. I giovani non vanno strumentalizzati e pagati per manifestare, non sono questi i valori che vanno trasmessi. Non generalizzo, non tutti i giovani seguono queste strade, sono in tanti che rimangono a casa a studiare e fare il loro dovere. Le rivoluzioni di Piazza appartengono al passato, a Paesi incivili così come la violenza. La sinistra è ancora legata a questi stereotipi, per loro il tempo si è fermato, non per noi che guardiamo al futuro con positività e ci rimbocchiamo le maniche perché il nostro Paese migliori ma nel modo giusto, con il dialogo, la libertà e la democrazia.

mercoledì 12 ottobre 2011

IL CHE, UN MITO?

Il 9 ottobre molti hanno commemorato la morte di Che Guevara, assassinato nel 1967. Io ancora rimango perplessa da questa figura che rappresenta un mito, mi chiedo: perché? Come si può osannare un uomo che come ideale aveva la rivoluzione, secondo lui l'unica risoluzione delle diseguaglianze sociali ed economiche. Su tutto ciò non vedo nulla di eroico, quando si vogliono risolvere i problemi con la violenza. Eppure ancora il mito esiste, il suo nome, le sue foto, la sua immagine ovunque, persino negli oggetti e nelle t-shirt. Mi chiedo se coloro che ne fanno un'icona di questa figura conoscano la sua storia o la conoscano in maniera distorta, perché altrimenti non potrebbe avere così tanta rilevanza e, addirittura, portato come esempio di libertà. Solo all'Avana, nel periodo del suo comando, fece fucilare più di 2000 persone. Si rese responsabile dell'esecuzione sommaria di numerosi oppositori politici, persone uccise perché non la pensavano come lui. Nel 1960 inaugurò il sistema di concentramento cubano, del quale divenne il capo, considerato il primo campo di concentramento castrista, dove venivano detenuti e sottoposti a tortura intellettuali contrari alla dittatura castrista, dissidenti, omosessuali e religiosi (tra cui cattolici, testimoni di Geova, evangelisti e avventisti). Questo è un eroe? Allora, paradossalmente, lo è anche Hitler, sempre di dittatori si parla, qualsiasi siano le ideologie la violenza è inaccettabile e non deve essere un simbolo, un'icona. Io amo la vita e quindi la libertà. Non posso amare chi ha sparso sangue per i suoi ideali anche se, per alcuni, condivisibili. Quando si parla di lui e si scrivono bellissimi epitaffi, ricordiamoci che nessuno li scrive per i tanti morti ingiustamente e ricordiamoci anche che i perseguitati politici esistono ancora, che a Cuba Castro è il suo erede di una dittatura che considero inaudita. Le sue carceri ancora sono piene di uomini detenuti come prigionieri politici. Tutto questo è a dir poco sconvolgente. Allora ricordiamoci queste cose invece di idolatrare chi ha combattuto per degli ideali ma lasciando dietro di se sangue e violenza!

lunedì 10 ottobre 2011

LA FELICITA'

Emily Dickinson diceva:"La felicità è come una farfalla che appare e incanta per un breve momento ma subito vola via" Come non essere d'accordo? Andiamo tutti alla ricerca della felicità, la rincorriamo in tutto il nostro percorso di vita. Ma la nostra vita è talmente breve che dobbiamo cogliere quegli attimi e tenerceli stretti, perchè sono rari. Ma se ci si accontenta delle semplici cose che la bellezza di questa terra ci ha messo a disposizione, allora godremo molto di più di questo stato. Per me la felicità è guardare il mare, sentirne il profumo e il suo rumore, l'incanto di un tramonto, la magia di un alba, i colori della primavera, il canto delle cicale e quello dei grilli, il volo e il grido dei gabbiani, il sole che brucia la mia pelle, la luna che splende di notte sul mare e lo rende d'argento, il cielo stellato, la rugiada nell'erba di primo mattino, ascoltare musica, cantare, ballare, stare con gli amici, pranzare con la tua amica del cuore, leggere, scrivere. Felicità è seguire le nostre passioni, lottare per realizzare i nostri sogni, è vivere, ma intensamente ogni giorno di questa nostra vita, perchè è talmente breve che non possiamo permetterci di sprecarla!

LO SCIOPERO E' UN LUSSO

L'Autunno è iniziato e con esso gli scioperi. Un calendario fitto di proteste dei pubblici servizi, della scuola, delle poste e della pubblica amministrazione. Per le strade d'Italia va in scena il solito desolante carosello di polemiche, contestazioni e agitazioni. Mi chiedo con quale coraggio i sindacati spingono i lavoratori a incrociare le braccia in questo periodo di crisi economica. Mi chiedo con quale coraggio vanno a scioperare chiedendo cosa? Stipendi più alti? Più agevolazioni? Alla faccia di chi un lavoro non ce l'ha e non l'ha mai avuto. Per chi lavora gratis pur di lavorare. Per chi lavora anche la notte, se è necessario. E questi scioperano, creando caos e disagi! Certo, se lo possono permettere, loro che il lavoro ce l'hanno. Si possono permettere il lusso di non lavorare, scioperare e non prendere lo stipendio che gli verrà detratto. Loro lo possono fare, alla faccia della crisi, perchè di questi tempi lo sciopero è un lusso! Allora, scioperate pure, ma sappiate che pensando ai vostri egoistici interessi mettete in ginocchio il Paese e tutto questo non farà che acuire la crisi in Italia!

LA MUSICA

♥ La musica e' il mio grande amore, e' come l'aria che respiro, senza non potrei vivere ♥

giovedì 6 ottobre 2011

"Siate affamati. Siate folli"


TRIBUTE TO STEVE JOBS


DISCORSO DI STEVE JOBS ALLA STANFORD UNIVERSITY



Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie.


La prima storia parla di “unire i puntini”.

Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perchè ho smesso?

Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università.

Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti.

Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio:

il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante.

Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.

Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete... questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia parla di amore e di perdita.

Fui molto fortunato - ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione - il Macintosh - un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni... quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona - che pensavamo fosse di grande talento - per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.

Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare.

Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.

Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.

Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che ‘il paziente’ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.

La mia terza storia parla della morte.

Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i successivi trentatrè anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.

Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto - tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento - sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.

Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.

Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.

Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale:

Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.


Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.

Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.

Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi.

Siate affamati. Siate folli.
Steve Jobs

DISCORSO DI STEVE JOBS AI NEOLAUREATI DI STANFORD


E' MORTO STEVE JOBS IL GENIO DELLA APPLE

Steve Jobs, il genio della Apple, l'inventore dell'iPhone e dell'iPad, è morto a 56 anni. A finirlo è stato un tumore al pancreas che per anni lo ha tormentato e lentamente consumato. Jobs lascia un vuoto incolmabile! Fu lui che nel 1977, dopo aver creato la Apple insieme all'amico Steve Wozniack, lanciò il primo personal computer della storia. Nel 2007 la rivista "Fortune" lo ha indicato come l'uomo d'affari più potente del Mondo. Nel 2010 il "Financial Times" lo elesse "Uomo dell'anno". Con l'iPhone e l'iPad ha realizzato il suo sogno del "piccolo schermo", di un mondo al di là del computer e senza Windows. Sempre il "Financial Times" lo definì:"la prima rock star dell'industria high-tech", per la sua abitudine, ormai copiata da tutti, di presentare ai suoi fan tutte le novità della casa dal palco di un teatro, ma anche per aver portato Apple in Borsa a soli 25 anni, prima di quanto non abbia fatto Mark Zuckerberg con facebook. A differenza di tutti i grandi capi d'azienda americani Jobs ha continuato a creare posti di lavoro, nonostante il momento di grande crisi economica e occupazionale in America. Chissà se ora la Apple continuerà a correre e a inventare malgrado la morte del suo genio, che oltre ad essere tale, come dice la Apple stessa, era anche una persona formidabile. Addio Steve!

mercoledì 5 ottobre 2011

LA PROTESTA ESTREMA DI WIKIPEDIA ITALIA CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI

La versione italiana di Wikipedia chiude temporaneamente i battenti in segno di protesta contro il disegno di legge sul DDL intercettazioni. Il problema ruota attorno al comma 29 che recita: "Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e i periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". Non è possibile stabilire a priori se i timori di Wikipedia Italia siano fondati: la legge, così com'è scritta, sembra indicare in modo chiaro prodotti di tipo editoriale con un autore definito, mentre l'Enciclopedia libera ha tutto tranne che un autore unico. Esistono, poi, anche interpretazioni che tendono a minimizzare l'impatto del disegno di legge sulle intercettazioni per quanto riguarda blog e siti personali, restringendo il campo alla stampa tradizionale, visto che il decreto è pensato per emendare la legge sulla stampa. Allora qual'è la paura di Wikipedia Italia? Anche Wikipedia vuole essere uno strumento per sollevare e allarmare tutti i suoi utenti contro il DDL intercettazioni? Wikipedia spiega così la propria posizione, ricordando che in Italia è già in vigore l'articolo 595 del Codice Penale che punisce il reato di diffamazione. Questo è vero, peccato che questo reato non sia mai punito, nonostante vengano fatte continue denunce che non vengono mai tenute nella giusta considerazione. Subire un infamia, una calunnia è qualcosa che io reputo molto grave alla pari di una ferita da arma da fuoco. Infatti la legge esiste, tanto da essere considerata dal Codice Penale un vero e proprio reato, punibile con la reclusione fino ad un anno. Se l'offesa consiste nell' attribuzione di un fatto determinato, la pena è nella reclusione fino a due anni. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi atto di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni. Se l'offesa è recata ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o a una sua rappresentanza o a una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate. Allora, forse, non sarebbe il caso, prima di prendere simili iniziative o di parlare di censura e di un governo dittatura, che si rifletta su come la nostra giustizia non funzioni come dovrebbe?

martedì 4 ottobre 2011

DELITTO DI PERUGIA


Ennesima figuraccia della magistratura italiana in mondovisione.
Raffaele e Amanda (colpevoli o innocenti che siano) dopo 4 anni liberi.
Questa è la prova della inaffidabilità delle procedure giudiziarie italiane e della loro interpretazione da parte di certa magistratura telefotogenica. 
Se in Cassazione verrà confermata la loro non colpevolezza, lo Stato Italiano dovrà essere pronto a pagare per colpa di magistrati incompetenti, dei mega risarcimenti, altri soldi pubblici che verranno persi a danno di tutta la collettività italiana.
Vergogna! Vergogna! Magistratura Vergognosa!!!!!