Anna Falchi, Anton Giulio Grande, Manuela Arcuri
Atmosfere del '900 e suggestioni degli anni '20 nella collezione dello stilista Anton Giulio Grande che ha presentato ad "Altaroma" all'Hotel Eden a Roma con una performance di 16 abiti che riflettono il suo gusto per l’eccesso e lo sfarzo.
Enormi boa e ventagli di struzzo, sfumati in colori sgargianti, motivo conduttore della collezione insieme ad incredibili copricapi di piume e catene dall’effetto teatrale, rendono volutamente esagerati e opulenti abiti che prediligono colori che spaziano dal mattone al bronzo, dal fucsia al prugna, dal rosso fuoco al nero.
E’ tutto un ondeggiare di tessuti plissé, di frange di seta, di bagliori di cristalli, per creature stravaganti e imprevedibili che Anton Giulio Grande trasforma con leggerezza in raffinate caricature femminili.
Il trikini ricamato ispirato a Josephine Baker, ha una gonna realizzata con piume naturali di gallo cedrone sfumate nelle tonalità del bosco, l’abito mono spalla dal sapore charleston, scivolato e lavorato nelle variazioni del verde, segue il movimento delle lunghe frange sovrapposte.
La vita non è segnata oppure è appena accennata, le linee sono morbide. I bustier di pizzo ricamato, decorati da frange di jais si indossano con scialli di georgette intarsiati di pizzo sopra ampie e impalpabili gonne con plissettature soleil, disegnate da losanghe o rombi. Gli orli sono sempre arricchiti da merletti e ricami.
Gli accessori non sono più dettagli ma diventano importanti quanto gli abiti: copri spalle, smanicati, gorgiere, eccentrici cappelli di piume dai mille colori, oppure boa e ventagli di struzzo dal rosa fucsia al verde smeraldo. Tutto deve essere eccentrico, esagerato, ridondante, senza limiti, a favore di una eccessività che diventa invito e seduzione.
Il rosso è acceso per corpetti di pizzo impreziositi da centinaia di fili di canuttiglie montati a collana, per gonne e copricapi piumati, il nero è luccicante per ricchi pantaloni di frange di seta soprapposte da indossare con body di tulle elasticizzato con intarsi di pizzo e frange di jais.
Sensazioni e profumi dal sapore dannunziano che riportano ai primi decenni del '900, che mischiano antiche e moderne seduzioni, coniugando erotismo e mistero nella sala rossa dedicata alla sensualità più raffinata, dove l’abito ha il compito di esaltare le forme, svelando il corpo femminile con le sue scollature profonde e le schiene nude.
Abiti lingerie si nascondono sotto cappotti vestaglia chiusi da cordoni intrecciati e nappe gioiello, abiti neri talmente leggeri da essere impalpabili, sono cuciti assemblando solo pizzi, georgette e frange in un raffinato effetto di trasparenze e nudità.
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