giovedì 12 gennaio 2017

A Roma al Teatro Parioli Peppino De Filippo va in scena "Classe di Ferro"



Paolo Bonacelli, Valeria Ciangottini, Giuseppe Pambieri


A Roma al Teatro Parioli Peppino De Filippo dal 12 al 22 gennaio andrà in scena la commedia "Classe di ferro" di Aldo Nicolaj con Paolo Bonacelli, Giuseppe Pambieri, Valeria Ciangottini e la regia di Giovanni Anfuso.
"Classe di ferro" è incentrata sui problemi della terza età, trattati con una delicatezza e un humour non frequenti nella nostra drammaturgia.
La vicenda è ambientata in un giardino pubblico di una grande città. Protagonisti sono tre anziani: Libero Bocca, Luigi Lapaglia e Ambra, che si sono conosciuti casualmente durante le loro quotidiane passeggiate. I loro caratteri sono assolutamente differenti, aggressivo e riottoso quello di Bocca, docile e remissivo quello di Lapaglia, angelico e sognatore quello di Ambra, consentendo all'autore di creare un affresco quanto mai attuale del mondo degli anziani, un mondo solo apparentemente semplice e spensierato, ma che, in realta, è carico di malinconie, passioni violente, aspettative impossibili, delusioni profonde, timori e insicurezze. Dopo una prima descrizione trionfalistica dei propri cari viene alla luce, un pò alla volta, la confessione amara di essere divenuti ormai un peso per figli e nipoti, il timore di appartenere a un mondo ormai scomparso, la consapevolezza della propria inadeguatezza e la conseguente paura di venire abbandonati in un ospizio. A questo punto Bocca e Lapaglia progettano una fuga in piena regola, una sorta di evasione dalla grande città tagliando tutti i ponti con il loro passato per approdare in un piccolo paese di provincia, una sorta di terra promessa dove poter finalmente conseguire quella felicità cui hanno sempre teso ma che non hanno mai conseguito. Ma il finale, che giunge rapido e imprevisto, riporta tutti, personaggi e spettatori, alla cruda realtà della società moderna.
"Classe di ferro" è una splendida parabola sulla terza età, una commedia che sollecita tutta una serie di riflessioni sul destino, molto spesso crudele, dell'anziano nella nostra società. Un testo, che alternando leggerezze e ingenuità con alcuni momenti di profonda commozione, lascia una traccia profonda nello spettatore.

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